lunedì 22 novembre 2010

Un pò di storia...

L’origine del Museo di Storia Naturale si colloca nel vasto contesto di provvedimenti previsti dalla Riforma teresiana per un rinnovamento generale dell’Ateneo.
Costituito a scopo didattico dietro sollecitazione di Lazzaro Spallanzani, titolare della cattedra omonima neo-istituita, il Museo ebbe inizio nel 1771 con un primo nucleo di minerali inviati in dono dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria.
 Le collezioni, formatesi attraverso raccolte personali, acquisti, scambi e donazioni, nel 1775 furono allestite nella prestigiosa sede del palazzo Centrale dell’Università , dove rimasero, incrementandosi, per oltre un secolo. Nel 1778, alle sezioni già esistenti di zoologia e di mineralogia, fu aggiunta quella di anatomia comparata avviata con i reperti provenienti dal Gabinetto di Anatomia fondato dall’anatomo chirurgo Antonio Scarpa.
Diversi collaboratori, nominati per scopi e in momenti sempre ben circostanziati, affiancarono Spallanzani nella cura e nell’ordinamento delle collezioni e nella stesura dei cataloghi.

Tra i primi coadiutori vi furono Serafino Volta e Giovanni Antonio Scopoli, ai quali fu affidata la cura della sezione zoologica, e Padre Ermenegildo Pini, dedito alla mineralogia. Rilevante fu poi la figura del custode e preparatore Vincenzo Rosa, autore anche di due importanti trattati sulla tassidermia (“Metodo di preparare e conservare gli uccelli per i Gabinetti di Storia Naturale” del 1789 e “Metodo di preparare e conservare gli animali per un Gabinetto di Storia Naturale” del 1817).
 La responsabilità della sezione mineralogica fu affidata dal 1790 a Giovanni Martinenghi.
La fama del Museo, ricco già nel 1780 di oltre 24.000 esemplari, interessò autorità e personalità scientifiche e ispirò al poeta e matematico Lorenzo Mascheroni alcuni versi del componimento didascalico “Invito a Lesbia Cidonia” (1793).
Dopo la morte di Spallanzani, avvenuta a Pavia nel 1799, lo sviluppo del’istituzione e l’incremento delle collezioni proseguirono con i successori Giuseppe Mangili, Gian Maria Zendrini e Giuseppe Balsamo Crivelli.
Con l’approvazione del Regolamento speciale d’Ateneo, che decretava l’inserimento dell’anatomia comparata nella Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali e separava la zoologia dalla mineralogia, gli insegnamenti furono eretti prima a Cattedre e poi a Istituti. Di conseguenza, dal 1875 anche il Museo di Storia Naturale fu suddiviso nelle sue sezioni, che divennero altrettanti musei autonomi abbinati agli istituti omonimi.

La zoologia fu affidata a Pietro Pavesi, l’anatomia comparata a Leopoldo Maggi e la mineralogia dal 1887 a Torquato Taramelli. Seguendo il trasferimento degli istituti, il Museo di Anatomia Comparata nel 1903 e quello di Zoologia nel 1935 trovarono adeguata collocazione a Palazzo Botta; il Museo di Mineralogia, che comprendeva fossili, minerali e campioni geologici, fu sistemato in altri locali del Palazzo Centrale.
Verso la metà del XX secolo, quando l’interesse per i musei naturalistici fu superato dal progresso tecnologico e dal repentino sviluppo di innovative branche di ricerca, anche presso gli Istituti dell’Ateneo pavese prevalse la necessità di reperire spazi da adibire a laboratori. Intorno al 1960, con l’eccezione dei preparati strettamente legati alla didattica universitaria, le collezioni di zoologia, anatomia comparata e paleontologia furono trasferite negli ampi locali del Castello Visconteo nell’intento di allestire in quella sede civica un museo aperto al pubblico, purtroppo rimasto irrealizzato.

 Gli anni a seguire furono, per i preziosi reperti, di inesorabile degrado, fino alla istituzione del Centro Interdipartimentale di Servizi Musei Universitari che, dal 1995, sta operando il recupero di tutto il materiale mediante restauro conservativo dei reperti. In sintonia con la recente generale rivalutazione del Museo come insostituibile strumento didattico, il Centro valorizza parte delle collezioni in esposizioni tematiche temporanee rivolte agli studenti, alle scolaresche e al vasto pubblico [Immagini dell'ornitologia nell'800 a Pavia (aprile 1996), Pesci di ieri e di oggi (aprile 1997), Artigli e zanne: grandi e piccoli predatori (aprile 1998), Dalle proscimmie all'uomo (sett.98), Il museo di Lazzaro Spallanzani (1771-1799)(1999 , Balene e delfini i giganti del mare.
In linea con l’esigenza di conservare le testimonianze che raccontano la storia locale delle scienze naturali per divulgarla e trasmetterla alle generazioni future, è in fase di progettazione la sede definitiva del Museo di Storia Naturale, inserita nel Parco dei Musei al polo scientifico dell’Università.

La struttura in programma sarà idonea a riunire tutte le collezioni storiche e a proseguire la raccolta e la conservazione di preparati recenti, sarà destinata alla fruizione pubblica e allo sviluppo dei vari settori in cui può articolarsi la ricerca scientifica di interesse naturalistico.

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