I blog scolastici: i blog sono di ausilio al rapporto tra docenti e studenti, a livello di approccio personale, ma non solo, diventano punto di convergenza tra professori , studenti e genitori.
La pratica didattica dell’impiego del blog a scuola trae origine da alcune pionieristiche sperimentazioni sviluppatesi in territorio anglosassone e statunitense a partire dal 2000.
La prima significativa esperienza è quella attuata da Peter Ford, docente universitario e insegnante presso la British School of Amsterdam. Ford, nel 2001, creò un blog di classe per i suoi alunni di dieci anni; fu concepito come uno spazio in cui postare informazioni e monitorare le produzioni scritte, post e commenti, degli studenti. In poche settimane ciascuno studente possedeva un proprio blog personale; la classe di Ford si trasformò in breve tempo in un gruppo di giovani «pionieri del weblogging» a scuola. L’introduzione di questa tecnologia nelle pratiche didattiche non fu lasciata al caso o alla sperimentazione improvvisata. Ford iniziò l’esperienza con consapevolezza degli obiettivi didattico-educativi che intendeva perseguire, e con conoscenza pratica delle possibilità applicative. La realizzazione di un blog doveva rispettare delle fasi evolutive per condurre la classe, in modo graduale, alla creazione di una vera e propria comunità di apprendimento in cui ciascuno è detentore responsabile di un sapere personale e partecipa a un processo in cui le informazioni e le conoscenze si trasmettono in ogni direzione, da molti a molti. Oggi, le esperienze di Ford, raccolte nel suo blog, continuano a costituire un valido esempio per chiunque si interessi al mondo degli educational blogs e alle sue riflessioni, e i racconti e i materiali sono una fonte autorevole di risorse a cui attingere per tenersi costantemente aggiornati su questo tema.
La prima significativa esperienza è quella attuata da Peter Ford, docente universitario e insegnante presso la British School of Amsterdam. Ford, nel 2001, creò un blog di classe per i suoi alunni di dieci anni; fu concepito come uno spazio in cui postare informazioni e monitorare le produzioni scritte, post e commenti, degli studenti. In poche settimane ciascuno studente possedeva un proprio blog personale; la classe di Ford si trasformò in breve tempo in un gruppo di giovani «pionieri del weblogging» a scuola. L’introduzione di questa tecnologia nelle pratiche didattiche non fu lasciata al caso o alla sperimentazione improvvisata. Ford iniziò l’esperienza con consapevolezza degli obiettivi didattico-educativi che intendeva perseguire, e con conoscenza pratica delle possibilità applicative. La realizzazione di un blog doveva rispettare delle fasi evolutive per condurre la classe, in modo graduale, alla creazione di una vera e propria comunità di apprendimento in cui ciascuno è detentore responsabile di un sapere personale e partecipa a un processo in cui le informazioni e le conoscenze si trasmettono in ogni direzione, da molti a molti. Oggi, le esperienze di Ford, raccolte nel suo blog, continuano a costituire un valido esempio per chiunque si interessi al mondo degli educational blogs e alle sue riflessioni, e i racconti e i materiali sono una fonte autorevole di risorse a cui attingere per tenersi costantemente aggiornati su questo tema.
Mentre all’estero il fenomeno degli educational blog conosce un periodo di significativa diffusione sin dal 2001, in Italia è solo a partire dal 2003 che prendono avvio le prime sperimentazioni.
Il primo a occuparsi di blog educativi e a impegnarsi per promuovere questa tecnologia nelle scuole è Carmelo Ialaqua il quale, estrapolando idee e suggerimenti dalle esperienze di Ford e da un articolo di Jo Ann Oravec (2002), elabora una sorta di decalogo di buone pratiche con lo scopo di guidare i docenti nell’introduzione del blog in classe. Queste prime semplici indicazioni didattiche pubblicate su [1]Edublog.it circolarono velocemente negli ambienti didattici attenti alle novità nell’uso delle tecnologie a scuola, riscuotendo l’interesse e la curiosità degli insegnanti più inclini all’innovazione. Ad accogliere l’invito di Ialaqua e a intraprendere la strada dei blog scolastici fu Roberto Manfredi: il primo blogger didattico conosciuto della rete italiana. Egli, nell’ottobre del 2003, diede vita a due blog Einmatman 1C ed Einmatman 2° , entrambi dedicati all’insegnamento della matematica. Dalla pionieristica iniziativa di Manfredi prenderanno spunto e ispirazione i primi blogger didattici italiani per dare avvio a sperimentazioni a ogni livello di istruzione.
Il primo a occuparsi di blog educativi e a impegnarsi per promuovere questa tecnologia nelle scuole è Carmelo Ialaqua il quale, estrapolando idee e suggerimenti dalle esperienze di Ford e da un articolo di Jo Ann Oravec (2002), elabora una sorta di decalogo di buone pratiche con lo scopo di guidare i docenti nell’introduzione del blog in classe. Queste prime semplici indicazioni didattiche pubblicate su [1]Edublog.it circolarono velocemente negli ambienti didattici attenti alle novità nell’uso delle tecnologie a scuola, riscuotendo l’interesse e la curiosità degli insegnanti più inclini all’innovazione. Ad accogliere l’invito di Ialaqua e a intraprendere la strada dei blog scolastici fu Roberto Manfredi: il primo blogger didattico conosciuto della rete italiana. Egli, nell’ottobre del 2003, diede vita a due blog Einmatman 1C ed Einmatman 2° , entrambi dedicati all’insegnamento della matematica. Dalla pionieristica iniziativa di Manfredi prenderanno spunto e ispirazione i primi blogger didattici italiani per dare avvio a sperimentazioni a ogni livello di istruzione.